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Aspenia N 89


Aspenia N 89
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Aspenia N 89


Aspenia N 89
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2020-10-12T00:00:00+02:00

Aspenia N 89 written by Aa.vv. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2020-10-12T00:00:00+02:00 with Business & Economics categories.


Nuova coscienza del rapporto tra sicurezza e libertà nelle società occidentali, lo smart working come nuovo modo di lavorare, una parziale deglobalizzazione del sistema economico e i cambiamenti negli assetti geopolitici internazionali: di questo e molto altro tratta il numero 89 di Aspenia - rivista di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù - sul quale intervengono Domenico De Masi, Nando Pagnoncelli, Francis Fukuyama, Azar Nafisi, Sabino Cassese, Walter Russel Mead, Grady Nixon, Minxin Pei e Bruno Tertrais. La pandemia non sta cambiando il mondo: ha piuttosto compresso e forzato dei fenomeni già in atto come la vulnerabilità delle catene globali del valore e lo stallo del sistema geopolitico multilaterale. La crisi economica - che per molti assomiglia alla Grande Depressione degli Anni Venti del secolo scorso - porta con sé il rischio di un¿esplosione sociale e probabili forti spinte nazionalistiche. Non ci saranno né vincitori né vinti negli assetti post-Covid-19. Gli Stati Uniti, pessimi gestori della pandemia, con numeri di disoccupazione ancora preoccupanti, hanno però dalla loro una minore dipendenza dall'export e dei fondamentali economici sostanzialmente solidi. Anche se la mala gestione dell'emergenza sanitaria e il non risolto nodo del razzismo possono ulteriormente scatenare una diffusa rabbia sociale. La Cina, dove tutto ha avuto origine, ha provato a recuperare la caduta verticale di immagine puntando su aiuti umanitari ai Paesi più in difficoltà e ha debellato la pandemia con un rigorosissimo lockdown. Ha però già perso il 7% del PIL e, di certo, i suoi fondamentali economici non solo solidi come quelli americani e, in ogni caso, troppo dipendenti dall'export. E l'Europa come dovrà giocare la sua partita a fronte dei due "perdenti relativi" Usa e Cina? La prospettiva di una sovranità economica europea dovrà combinarsi con il tentativo di ricostruire l'ormai difficile rapporto con gli Stati Uniti. Una rafforzata relazione transatlantica resta il punto strategico di un'agenda geopolitica europea post-Covid 19 che, peraltro, dovrà prevedere anche una rinnovata attenzione ai rapporti con l'area mediterranea, messa ulteriormente sotto stress da pandemia e crisi petrolifera.



Aspenia N 90


Aspenia N 90
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2020-10-15T00:00:00+02:00

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Nel 2020 Aspenia festeggia 25 anni di attività e lo fa pubblicando fra l'altro una conversazione tra il fondatore della rivista Giuliano Amato, il Presidente di Aspen Institute Italia Giulio Tremonti e il Direttore di Aspenia Marta Dassù su un tema cruciale del dibattitto politologico contemporaneo: il concetto di sovranità con le sue diverse declinazioni in Europa, Usa e Cina. Il numero 90 contiene anche interventi di Ivan Krastev, Mark Leonard, Carlo Scognamiglio, Alessandro Aresu, Hans Kundnani, Julian Lindley-French; Paola Subacchi, Federico Romero, Sergio Fabbrini, John C. Hulsmann. La fine della "sovranità esclusiva" distingue l'Europa continentale dalla Gran Bretagna - che tenta con Brexit di recuperare il pieno controllo nazionale del proprio destino economico - e dai campioni del capitalismo politico come Stati Uniti e Cina. Nel modello europeo quello che è venuto meno non è l'autorità statale in quanto tale, bensì l'esclusivismo della sovranità. Torna di attualità la definizione di Altiero Spinelli: vengono trasferiti all'Europa e messi in comune a livello europeo quei poteri che possono generare rischi e problemi per l'insieme del Continente. Non si tratta certamente di indebolire la sovranità nazionale per costruire un Super Stato europeo, quanto piuttosto di organizzare razionalmente le competenze necessarie ai vari livelli decisionali, comunitario e nazionale. Una concezione pragmatica della sovranità potrebbe alla fine rendere possibili risposte almeno in parte cooperative alle sfide globali di oggi. Aspenia esamina anche la sovranità "degli altri", ovvero il caso americano e quello cinese. Gli Stati Uniti hanno concepito storicamente la sovranità come una sorta di proiezione del loro "eccezionalismo", l'unicità dell'America come nazione eletta e predestinata. La Cina - con i suoi tratti imperiali e confuciani, con quel mix unico di autoritarismo e mercato - esprime un modello di sovranità di fatto non replicabile, certo con qualche pregio e molti difetti, ma unico e irripetibile. In ogni caso non adatto per portare la Cina ad assumere una leadership mondiale nel XXI secolo.



Aspenia N 92


Aspenia N 92
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2021-03-12T00:00:00+01:00

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Stati Uniti e Cina: una nuova guerra fredda? A differenza dell'Unione Sovietica, la Cina di oggi è fortemente integrata nel sistema economico globale, dove esercita un peso quanto mai rilevante. La competizione sino-americana resta parzialmente asimmetrica. Gli Stati Uniti - che hanno ancora un vantaggio relativo - per mantenerlo devono riprendersi all'interno e rafforzare all’esterno l’alleanza con le democrazie europee e asiatiche. In realtà più che di guerra si può parlare di una "pace fredda". Uno scenario possibile - frutto della gara in corso per il predominio tecnologico - potrebbe essere la creazione di una "sfera tecnoautoritaria" dominata dalla Cina, in opposizione a una sfera liberale dominata da standard occidentali. Tecnoautoritarismo versus tecnodemocrazia. L'esito della competizione estrema, dopo lo spartiacque del Covid, potrebbe essere questo, senza un vincitore globale. Intorno a questi temi strategici ruota il numero 92 di Aspenia che contiene articoli di Minxin Pei, Daniel H. Rosen, Parag Khanna, Paul Taylor, Andrew Spannaus, Massimo Gaggi, John C. Hulsman, Eric B. Schnurer, Mario Del Pero, David Livingston, Carlo Alberto Carnevale Maffè e Franco Bernabè. La questione Cina sarà il vero punto critico nei rapporti transatlantici, facendo emergere la delicatezza dei "confini" fra autonomia europea e partnership con gli Stati Uniti. Dal punto di vista di Bruxelles la gestione del problema andrà affrontata in chiave multilaterale e soprattutto attraverso una riforma del WTO. Per Washington, lo schema concettuale è in parte diverso: alleanza delle democrazie sotto la leadership americana e "power competition" con Pechino. In Italia Mario Draghi tenterà di combinare le preoccupazioni economiche europee per il mercato cinese e la consapevolezza delle preoccupazioni di sicurezza americane. E tenterà di utilizzare il G20, che l'Italia presiede nel 2021, per affrontare le questioni globali che interessano sia la Cina che gli Stati Uniti. Nella sua visione, il coordinamento fra le democrazie occidentali deve servire essenzialmente a questo, a rendere efficiente quello che oggi efficiente non è: la capacità di governo dei rischi globali.



Aspenia N 87


Aspenia N 87
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2020-03-06T00:00:00+01:00

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Sono davvero in crisi le grandi democrazie del mondo? Aspenia 87 contribuisce alla riflessione su un interrogativo di grandissima attualità interpellando, tra gli altri, autori di primo piano come Giuliano Amato, Ivan Krastev, Mark Leonard, Walter Russell Mead e Ian Bremmer. Leadership americana e relazioni transatlantiche sono state da sempre alla base delle democrazie liberali. Succede però che l'Occidente non ha saputo leggere il mondo uscito dalla caduta del Muro di Berlino. E non ha avuto il coraggio di inglobare la Russia in un sistema di sicurezza europeo. La crisi economica scoppiata negli Stati Uniti nel 2008 ha poi fatto il resto, contagiando l'Europa nei cui sistemi democratici hanno sempre più trovato spazio sovranismi e populismi. Mentre s'affaccia nel gioco delle potenze globali una Cina sempre più forte e con grandi aspirazioni di leadership, non è più possibile rinviare il rilancio della partnership transatlantica, magari con l'Europa a fare da traino di un'America riluttante e con alcuni tratti isolazionisti.



Aspenia N 100


Aspenia N 100
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Author : AA.VV.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2023-03-27T00:00:00+02:00

Aspenia N 100 written by AA.VV. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2023-03-27T00:00:00+02:00 with Business & Economics categories.


Aspenia, la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù, raggiunge il traguardo del numero 100. È stata fondata nel 1995 e, dal 2002, è pubblicata da Il Sole 24 Ore. “Una rivista di discussione transatlantica – la definisce il Presidente Giulio Tremonti – che rappresenta un luogo di incontro tra mondo delle imprese e altri mondi”. Secondo il suo fondatore Giuliano Amato “Aspenia è una rivista “responsabile” che è riuscita a stare dalla parte della storia e della sua velocità. Nessuno dei grandi temi degli ultimi anni è assente dalle sue pagine”. Come spiega Marta Dassù “Aspenia ha anticipato spesso i grandi mutamenti della politica e dell’economia internazionale e interpretato la trasformazione del sistema occidentale negli ultimi decenni”. Il numero 100 della rivista - in uscita a fine marzo- è interamente dedicato all’Italia o meglio a “Noi Italiani”, quasi una sorta di “rovesciamento” della sintesi attribuita (forse erroneamente) a Massimo D’Azeglio, per cui al momento dell’Unità si era fatta l’Italia, ma andavano a quel punto fatti gli italiani. Si è piuttosto di fronte a un circolo vizioso, per cui i limiti della società civile sono legati a doppio filo con quelli del sistema paese? E, allora, come si ricompone il “puzzle Italia” ? Hanno contribuito al numero 100 di Aspenia, tra gli altri, Giuliano Amato, Giulio Tremonti, Massimo Livi Bacci, Lucio Caracciolo, Michele Valensise, Mario Del Pero, Giulio Sapelli, Antonio Calabrò, Stefano Cingolani, Maria Latella, Marina Valensise, Gianni Riotta, Federico Rampini e Carlo Jean. L’Italia si porta dietro dalla sua stessa nascita come Stato, con il Regno di Sardegna, i Savoia e l’opera di unificazione guidata da Cavour l’annosa questione del rapporto tra rango, ruolo e presenza stabile nei maggiori consessi internazionali. Cavour riuscì a creare, tra i “paesi di prim’ordine” un’accondiscendenza adeguata alle esigenze di un “paese di second’ordine” – la futura Italia. La domanda da porre oggi – spiega nell’editoriale di apertura Giuliano Amato – è “se siamo ancora un paese di second’ordine”. Certamente abbiamo avuto degli sprazzi da paese di prim’ordine, come dimostra la storia dell’integrazione europea: quattro paesi con eguale diritto di voto in Consiglio – Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia. L’unione monetaria nasce, così come Schengen, da un’intesa franco-tedesca a cui l’Italia si è aggregata con un sostegno attivo. Inoltre, dall’Atto unico di Milano nel 1986 ha preso il via il completamento del mercato unico. E nel 1992 l’Italia ha dato il suo assenso al fondo europeo di coesione, passando così da beneficiario netto a contributore netto. Oggi, con l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, l’Italia assume un ruolo ancora più strategico. Nell’ottica di quella che Janet Yellen, ha definito “globalization among friends”, si può pensare a rilanciare il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti che si arenò nel 2016 e perseguirlo in modo selettivo, per quei prodotti e servizi in cui si mira ad una vera autonomia strategica dalle supply chain globali. L’Italia può diventare l’ago della bilancia in ambito di Consiglio europeo, e questo permetterebbe di compiere progressi verso una politica industriale europea. Dare una valutazione oggettiva dell’Italia come sistema-paese può disorientare l’osservatore: esistono evidenti punti di debolezza, antiche questioni culturali irrisolte, carenze istituzionali. Eppure, ci sono anche nicchie di eccellenza e una tenuta complessiva che emerge soprattutto nei momenti di crisi. C’è quindi da risolvere un “puzzle Italia”. Partendo da una consapevolezza: l’Italia è oggi – come sostiene Giulio Tremonti – “l’unico paese in Europa fortemente duale, ovvero caratterizzato, al suo interno, da una enorme differenza tra Nord e Sud. Negli anni Novanta, anche per colmare tale divario, si è innescato il meccanismo perverso del debito pubblico trasformando così la democrazia italiana in una malata ‘democrazia del deficit’. Dal 1992, anche per effetto del cosiddetto vincolo esterno, la tendenza alla crescita del debito pubblico è stata invertita ma, nonostante tutto, lo stock abnorme del debito pubblico è rimasto, così condizionando tra l’altro anche la posizione internazionale dell’Italia”. Inoltre “l’intero perimetro della pubblica amministrazione - prosegue Tremonti - è stato trasformato in un gigantesco self-service e la nuova architettura istituzionale è stata congiuntamente basata sulla doppia formula: decentramento più federalismo. Non l’uno in alternativa all’altro, ma – caso unico nel mondo occidentale – tutti e due insieme”. Contestualmente, nel crescente benessere hanno preso forma, soprattutto in Italia, il pensiero debole, il relativismo, il sincretismo, il presentismo, un populismo che si faceva sempre più leggero, nella foresta delle contraddizioni. Secondo il Presidente di Aspen Institute Italia la divisione prevale sull’unione, lo smarrimento e la paura prevalgono sulla speranza, la rassegnazione sull’orgoglio, l’urlo sulla voce, l’irrazionale sul razionale, i desideri prevalgono tanto sui bisogni quanto sui doveri, la propaganda sulla realtà e l’anarchia sulla gerarchia. “Non siamo - sostiene Tremonti - davanti alla fine della storia, ma davanti al principio possibile di una nuova storia. Questo è il fine cui si può e si deve mirare e, in una logica non di sterile lotta, ma di impegno per il bene comune, condividendo una visione. Non tutto ciò che è essenziale e morale è nel PIL, ma è nell’orgoglio e nel sentimento di una partecipazione collettiva basata sulla nostra identità, risalendo dalle origini del romanticismo di Mazzini e passando dal pragmatismo di Cavour”.



Aspenia N 85


Aspenia N 85
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2019-07-04T00:00:00+02:00

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Le nuove frontiere dell'intelligenza artificiale richiedono il massimo esercizio dell'intelligenza umana per sfruttarne al meglio le opportunità e contenerne i rischi. Non è ancora esattamente così: la sintesi di questo numero di Aspenia è che la corsa tecnologica, con i suoi risvolti geopolitici, economici, sociali, etici, si stia piuttosto trasformando in una guerra di nervi - quanto di più umano ma poco razionale ci sia. Prevale, per ora, l'impatto "disruptive", dirompente, di una rivoluzione tecnologica che produce algoritmi sempre più raffinati e che alimenta, con un enorme flusso di dati, i meccanismi del "machine learning": le macchine che imparano in modo autonomo, senza bisogno di interventi umani.



Aspenia N 84


Aspenia N 84
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2019-04-04T00:00:00+02:00

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I sistemi democratici del XXI secolo appaiono più polarizzati che in passato, col rafforzarsi di posizioni estreme. In America si manifestano soprattutto fenomeni di "tribalismo" politico, mentre l'Europa vive una fase politica di grande volatilità. La cifra che connota questa stagione dei sistemi politici europei, prima ancora dell’ascesa dei national populists, sembra essere l'imprevedibilità. L'"indice di volatilità", un parametro che misura il cambiamento delle preferenze elettorali fra un'elezione e l'altra, testimonia che le ultime due elezioni politiche italiane - 2013 e 2018 - hanno fatto registrare due fra i tre picchi massimi di volatilità nella storia repubblicana (il tasso più elevato in assoluto resta quello del 1994, con l'annientamento dei partiti tradizionali e il passaggio dalla prima alla seconda repubblica). Mai come negli ultimi 25 anni, e in particolare negli ultimi sei, gli elettori italiani hanno cambiato idea e orientamenti politici. Il fenomeno è ben presente anche su scala europea, seppure con differenze tra paese e paese.



Aspenia N 82


Aspenia N 82
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2018-12-19T00:00:00+01:00

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La sfida cinese non è più quella di una volta. E' in corso nel paese una terza rivoluzione - dopo quella di Mao a fine anni Quaranta e quella di Deng a fine anni Settanta - che sta trasformando profondamente la Repubblica popolare. La Cina è una controparte ambigua: apparentemente sicura di sé e orientata ai tempi lunghi della storia, ma anche prudente e consapevole di alcune sue debolezze. Gestire i molti effetti della tumultuosa crescita economica nel paese più popoloso al mondo richiede oggi, in ogni caso, strumenti e politiche diversi dal recente passato.



Aspenia N 83


Aspenia N 83
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2019-04-04T00:00:00+02:00

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L'America del prossimo biennio, in vista delle presidenziali 2020, è divisa da profonde fratture ma non è un paese paralizzato. E' anzi una società in continuo e rapido movimento. Il sistema politico riflette le dinamiche sociali in modo mediato, naturalmente, attraverso le lenti distorte del sistema elettorale - come accade del resto in ogni democrazia contemporanea, visto che il meccanismo di voto non è mai davvero neutro. Ciò è vero più che mai nel caso degli Stati Uniti, dove la forte spinta maggioritaria delle leggi elettorali (quasi tutte quelle dei singoli Stati e senza dubbio quella per la presidenza) tende a consolidare un quadro bipartitico, cioè spaccato lungo la linea ideale del centro politico.



Aspenia N 99 Estremo Occidente


Aspenia N 99 Estremo Occidente
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Author : AA.VV.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2022-12-14T00:00:00+01:00

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Dopo il voto di midterm del novembre 2022 l’America va incontro a due anni di “governo diviso”, secondo una formula che, storicamente, preannuncia lo stallo dell’agenda legislativa. Il presidente in carica ha limitato i danni, perdendo la Camera ma non il Senato; gli sfidanti repubblicani hanno recuperato di misura il controllo della House e acquisito molti nuovi elettori, con il governatore Ron DeSantis in Florida e nell’elettorato ispanico. E hanno conquistato storici collegi democratici nello stato di New York. Di questo e molto altro scrivono nel numero 99 “Estremo Occidente” di Aspenia rivista diretta da Marta Dassù – autori di primissimo livello tra i quali Mario Sechi, Chad P. Bown, Angus Deaton, Nouriel Roubini, Massimo Gaggi, Federico Rampini, Giulio Sapelli, Erik Jones, Carlo Jean, Vittorio Emanuela Parsi, François Heisbourg, Vittorio Emanuele Parsi, Charles Grant e Ian Lesser. L’effetto Trump ha giocato, in seggi decisivi per il Senato, in senso negativo. Si è aperta così una resa dei conti all’interno del partito repubblicano, che condizionerà fortemente il percorso verso il 2024. Fra Donald l’originale e il “trumpismo light” di DeSantis il confronto è ormai aperto. La battaglia per le presidenziali del 2024 è già cominciata. Il minore fascino esercitato dalle posizioni estreme vale a destra, ma anche a sinistra. Non a caso, i più probabili candidati democratici alle presidenziali del 2024, ammesso che il presidente in carica venga sfidato, difficilmente verranno dall’ala sinistra del partito che nelle ultime elezioni ha registrato una grave sconfitta. La globalizzazione avviata negli anni Novanta cambia pelle, si colgono meglio i suoi pro e i suoi contro: il rapporto tecnologico con la Cina è una vittima predestinata di questo cambio di passo e di prospettiva. La logica del nazionalismo economico americano – da cui entrambi i partiti non sono immuni - impatterà anche sui rapporti con l’Europa: i sussidi introdotti a favore del “made in America” dall’Inflation Reduction Act dell’agosto 2022 rischiano di spiazzare una parte dell’industria europea. Che – fra costi dell’energia, forza del dollaro e sussidi degli Stati Uniti – sta contemplando di abbandonare il vecchio continente. Scegliendo, in un mondo dominato dalla competizione fra Stati Uniti e Cina, di spostarsi verso l’Atlantico – Estremo Occidente – e in parte verso il Pacifico. Senza perdere di vista alcune lezioni della guerra in Ucraina: non esiste ad esempio un vantaggio comparato a favore di paesi come la Russia, che si pensava (e si temeva) avrebbero meglio manipolato le nuove tecnologie e sfruttato le vulnerabilità delle nostre “società aperte” occidentali. Le forze russe hanno fatto ben poco di ibrido, se non contro istituzioni dell’UE, quasi nulla di innovativo, e stanno invece subendo il contrattacco dell’ esercito ucraino. Anche l’ammirazione di alcuni per il modello “tecnoautoritario” cinese sta scemando a fronte della gestione della pandemia nella Repubblica popolare, tra vaccini apparentemente assai meno efficaci di quelli occidentali, sistema sanitario vetusto e ricorso massiccio alla migliore specialità del regime – la repressione militare, casa per casa. La tenuta della democrazia americana è più solida di quello che si pensasse, come ha confermato il midterm; e la tenuta degli sfidanti autoritari lo è meno di quanto non si temesse . La battaglia per il “tecnopotere” non cambierà, ma rafforzerà questo dato di fatto. Anche per questo, investire nella “scienza pura” come chiede il Rapporto Aspen pubblicato da Aspenia è indispensabile e resta una fondamentale politica di sicurezza. Un messaggio che l’Europa, alle prese con la difficile congiuntura attuale, dovrebbe non trascurare.