[PDF] Gortina X Il Quartiere Delle Case Bizantine A Ovest Del Pretorio Scavi 1982 1989 Tomo I - eBooks Review

Gortina X Il Quartiere Delle Case Bizantine A Ovest Del Pretorio Scavi 1982 1989 Tomo I


Gortina X Il Quartiere Delle Case Bizantine A Ovest Del Pretorio Scavi 1982 1989 Tomo I
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Gortina X Il Quartiere Delle Case Bizantine A Ovest Del Pretorio Scavi 1982 1989 Tomo I


Gortina X Il Quartiere Delle Case Bizantine A Ovest Del Pretorio Scavi 1982 1989 Tomo I
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Author : Maria Antonietta Rizzo
language : it
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2023-12-28

Gortina X Il Quartiere Delle Case Bizantine A Ovest Del Pretorio Scavi 1982 1989 Tomo I written by Maria Antonietta Rizzo and has been published by All’Insegna del Giglio this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2023-12-28 with Social Science categories.


Prefazione Le antichità di Creta sono un filo che unisce l’Italia e la Grecia da oltre mezzo millennio. Le esplorazioni e le ricerche nell’Isola sono una lunga trama che tanti studiosi hanno intrecciato nel tempo, ciascuno con i metodi, i mezzi e le strategie più adeguate al loro contesto. Nel XV secolo gli Italiani scopersero l’America e la Grecia antica: Amerigo Vespucci il nuovo continente dove era approdato Cristoforo Colombo e Cristoforo Buondelmonti Creta e le isole dell’Egeo. A quei tempi Veneziani, Genovesi e Fiorentini erano “frequent sailors” anche in Oriente, per creare fondaci e possedimenti, mercanteggiare, cercare manoscritti, iscrizioni e marmi, per esplorare il passato. Cristoforo Buondelmonti, monaco fiorentino e “scolaris in grecis scientiis”, era imparentato con i feudatari latini della Romània e dal 1414 per sedici anni andò esplorando l’Egeo, lo Ionio e Costantinopoli. Nel 1417 concluse la Descriptio Insulae Cretae, cui seguì il Liber Insularum Archipelaghi, tradotto in diverse lingue europee, che fece conoscere la storia, la geografia, la mitologia e le antichità di Creta e della Grecia insulare, anche attraverso le prime mappe geografiche dell’era moderna. Con il Rinascimento italiano ed europeo rinascevano anche gli studi sull’Ellade. Creta fu un dominio veneziano per quasi mezzo millennio, dal 1212 al 1669, e nel Ducato di Candia gli antiquari e gli eruditi documentavano le antichità dell’isola. Onorio Belli, medico vicentino, fu un protagonista del Rinascimento veneto, faceva parte della cerchia di Andrea Palladio e dell’università di Padova. Dal 1583 fino alla fine del secolo fu al seguito del governatore, condusse scavi e ricerche di antichità, disegnò le rovine e la flora dell’isola. I risultati delle sue ricerche furono raccolti nel Rerum Creticarum Observationes, un manoscritto conservato alla Scuola Archeologica Italiana di Atene. L’Isola era ormai diventata una terra di elezione per gli studiosi italiani di antichità. Nel 1884 Federico Halbherr, fondatore insieme a Domenico Comparetti della Scuola Archeologica Italiana di Atene (1909), sbarcò nell’isola per raccogliere le iscrizioni greche ed esplorare gli antichi insediamenti, in molti dei quali la Scuola conduce ancora le ricerche: Festòs, Haghia Triada, Priniàs, Axòs, Afratì e Gortina. Nel 1899 fondò la Missione Archeologica Italiana a Creta e in quello stesso anno iniziarono le ricerche di Giuseppe Gerola sui monumenti veneziani, pubblicati tra il 1905 e il 1932 in cinque monumentali volumi. Luigi Pernier, primo direttore della Scuola Archeologica di Atene (1909-1914), scelse Gortina per gli scavi della nuova (e unica) istituzione italiana all’estero e per la formazione degli allievi come Amedeo Maiuri, Gaspare Oliverio, Biagio Pace e Luigi Savignoni che continuarono le ricerche fino agli anni Trenta nei complessi monumentali dell’Odeion, del Tempio delle Divinità Egizie, del Teatro Romano e del Pretorio. Margherita Guarducci iniziava a pubblicare (1935) le Inscriptiones Creticae raccolte da Halbherr, quattro fondamentali volumi apparsi in quindici anni. Dopo alcune missioni negli anni Cinquanta, le indagini a Gortina ripresero con Antonino Di Vita, direttore della Scuola dal 1977 al 2000: dapprima nell’area tra le pendici dell’Acropoli, la basilica di San Tito e Mitropolis (Chandakes 1978 e 1979) e poi nel quartiere delle “Case Bizantine” ad Ovest del Pretorio, dove gli scavi e gli studi si svolsero con ammirevole continuità e grande impegno. Ad Antonino Di Vita si deve anche il merito di un programma intensivo di pubblicazione delle nuove ricerche e di quelle rimaste inedite fino ad allora, che fa di Gortina, insieme a Poliochni nell’isola di Lemno, uno degli scavi italiani in Grecia più conosciuti e apprezzati presso la comunità scientifica internazionale. La conoscenza di Gortina non si limita solo a contributi preliminari, parziali e incompleti ma tiene conto di tutti i dati raccolti, elaborati e presentati fino al dettaglio delle singole unità stratigrafiche. È un esempio della “migliore pratica” dell’archeologia, condivisa anche dalle altre Scuole e Istituti stranieri in Grecia, che costruisce interpretazioni e propone ipotesi sull’insieme completo delle informazioni delle ricerche, che possono quindi essere verificate, discusse e anche nuovamente interpretate. Rappresentano anche il rendiconto scientifico degli investimenti pubblici e dei risultati del lavoro collettivo di tanti allievi e studiosi, nonché la base della più affidabile “archeologia pubblica” e della divulgazione scientifica, che Di Vita ha segnato anche con il volume, in italiano e in greco, Gortina di Creta. Quindici secoli di vita urbana (2010). Il lavoro condotto in prima persona da Di Vita è ora completo con l’edizione di questo decimo volume delle Monografie destinate alle ricerche della Scuola a Gortina, grazie all’impegno pertinace e infaticabile di Maria Antonietta Rizzo, con la collaborazione di Gilberto Montali, che sta portando a compimento anche le numerose ricerche di Di Vita in Libia. La Scuola è grata ai due curatori e a tutti gli studiosi che hanno contribuito al volume, per un debito saldato che la Scuola e gli Italiani hanno contratto nella loro storia secolare di relazioni con Creta e la Grecia e per mettere a disposizione l’ingente quantità di dati e di materiali utili alla prosecuzione delle indagini a Gortina, a Creta e in tutto il Mediterraneo centro-orientale. Emanuele Papi



Gortina X Il Quartiere Delle Case Bizantine A Ovest Del Pretorio Scavi 1982 1989 Tomo Ii


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Author : Maria Antonietta Rizzo
language : it
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2023-12-28

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Prefazione Le antichità di Creta sono un filo che unisce l’Italia e la Grecia da oltre mezzo millennio. Le esplorazioni e le ricerche nell’Isola sono una lunga trama che tanti studiosi hanno intrecciato nel tempo, ciascuno con i metodi, i mezzi e le strategie più adeguate al loro contesto. Nel XV secolo gli Italiani scopersero l’America e la Grecia antica: Amerigo Vespucci il nuovo continente dove era approdato Cristoforo Colombo e Cristoforo Buondelmonti Creta e le isole dell’Egeo. A quei tempi Veneziani, Genovesi e Fiorentini erano “frequent sailors” anche in Oriente, per creare fondaci e possedimenti, mercanteggiare, cercare manoscritti, iscrizioni e marmi, per esplorare il passato. Cristoforo Buondelmonti, monaco fiorentino e “scolaris in grecis scientiis”, era imparentato con i feudatari latini della Romània e dal 1414 per sedici anni andò esplorando l’Egeo, lo Ionio e Costantinopoli. Nel 1417 concluse la Descriptio Insulae Cretae, cui seguì il Liber Insularum Archipelaghi, tradotto in diverse lingue europee, che fece conoscere la storia, la geografia, la mitologia e le antichità di Creta e della Grecia insulare, anche attraverso le prime mappe geografiche dell’era moderna. Con il Rinascimento italiano ed europeo rinascevano anche gli studi sull’Ellade. Creta fu un dominio veneziano per quasi mezzo millennio, dal 1212 al 1669, e nel Ducato di Candia gli antiquari e gli eruditi documentavano le antichità dell’isola. Onorio Belli, medico vicentino, fu un protagonista del Rinascimento veneto, faceva parte della cerchia di Andrea Palladio e dell’università di Padova. Dal 1583 fino alla fine del secolo fu al seguito del governatore, condusse scavi e ricerche di antichità, disegnò le rovine e la flora dell’isola. I risultati delle sue ricerche furono raccolti nel Rerum Creticarum Observationes, un manoscritto conservato alla Scuola Archeologica Italiana di Atene. L’Isola era ormai diventata una terra di elezione per gli studiosi italiani di antichità. Nel 1884 Federico Halbherr, fondatore insieme a Domenico Comparetti della Scuola Archeologica Italiana di Atene (1909), sbarcò nell’isola per raccogliere le iscrizioni greche ed esplorare gli antichi insediamenti, in molti dei quali la Scuola conduce ancora le ricerche: Festòs, Haghia Triada, Priniàs, Axòs, Afratì e Gortina. Nel 1899 fondò la Missione Archeologica Italiana a Creta e in quello stesso anno iniziarono le ricerche di Giuseppe Gerola sui monumenti veneziani, pubblicati tra il 1905 e il 1932 in cinque monumentali volumi. Luigi Pernier, primo direttore della Scuola Archeologica di Atene (1909-1914), scelse Gortina per gli scavi della nuova (e unica) istituzione italiana all’estero e per la formazione degli allievi come Amedeo Maiuri, Gaspare Oliverio, Biagio Pace e Luigi Savignoni che continuarono le ricerche fino agli anni Trenta nei complessi monumentali dell’Odeion, del Tempio delle Divinità Egizie, del Teatro Romano e del Pretorio. Margherita Guarducci iniziava a pubblicare (1935) le Inscriptiones Creticae raccolte da Halbherr, quattro fondamentali volumi apparsi in quindici anni. Dopo alcune missioni negli anni Cinquanta, le indagini a Gortina ripresero con Antonino Di Vita, direttore della Scuola dal 1977 al 2000: dapprima nell’area tra le pendici dell’Acropoli, la basilica di San Tito e Mitropolis (Chandakes 1978 e 1979) e poi nel quartiere delle “Case Bizantine” ad Ovest del Pretorio, dove gli scavi e gli studi si svolsero con ammirevole continuità e grande impegno. Ad Antonino Di Vita si deve anche il merito di un programma intensivo di pubblicazione delle nuove ricerche e di quelle rimaste inedite fino ad allora, che fa di Gortina, insieme a Poliochni nell’isola di Lemno, uno degli scavi italiani in Grecia più conosciuti e apprezzati presso la comunità scientifica internazionale. La conoscenza di Gortina non si limita solo a contributi preliminari, parziali e incompleti ma tiene conto di tutti i dati raccolti, elaborati e presentati fino al dettaglio delle singole unità stratigrafiche. È un esempio della “migliore pratica” dell’archeologia, condivisa anche dalle altre Scuole e Istituti stranieri in Grecia, che costruisce interpretazioni e propone ipotesi sull’insieme completo delle informazioni delle ricerche, che possono quindi essere verificate, discusse e anche nuovamente interpretate. Rappresentano anche il rendiconto scientifico degli investimenti pubblici e dei risultati del lavoro collettivo di tanti allievi e studiosi, nonché la base della più affidabile “archeologia pubblica” e della divulgazione scientifica, che Di Vita ha segnato anche con il volume, in italiano e in greco, Gortina di Creta. Quindici secoli di vita urbana (2010). Il lavoro condotto in prima persona da Di Vita è ora completo con l’edizione di questo decimo volume delle Monografie destinate alle ricerche della Scuola a Gortina, grazie all’impegno pertinace e infaticabile di Maria Antonietta Rizzo, con la collaborazione di Gilberto Montali, che sta portando a compimento anche le numerose ricerche di Di Vita in Libia. La Scuola è grata ai due curatori e a tutti gli studiosi che hanno contribuito al volume, per un debito saldato che la Scuola e gli Italiani hanno contratto nella loro storia secolare di relazioni con Creta e la Grecia e per mettere a disposizione l’ingente quantità di dati e di materiali utili alla prosecuzione delle indagini a Gortina, a Creta e in tutto il Mediterraneo centro-orientale. Emanuele Papi



Archeologica Data 1 2021


Archeologica Data 1 2021
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Author : Francesca Anichini
language : it
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2021-05

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ArcheoLogica Data wants to reach an Italian and international audience of scholars, professionals, students, and, more generally, early-career archaeologists, and it accepts contributions written both in Italian and English. ArcheoLogica Data proposes to indissolubly associate data and interpretation. It embraces that global idea of ​​archaeological data that integrates all the discipline declinations without any thematic or chronological constraints. Data is at the centre, and around lies everything that can stem from it: interpretations, hypotheses, reconstructions, applications, theoretical and methodological reflections, critical ideas, constructive discussions.



Annuario Della Scuola Archeologica Di Atene E Delle Missioni Italiane In Oriente Supplemento 7 Spending On The Gods Economy Financial Resources And Management In The Sanctuaries In Greece


Annuario Della Scuola Archeologica Di Atene E Delle Missioni Italiane In Oriente Supplemento 7 Spending On The Gods Economy Financial Resources And Management In The Sanctuaries In Greece
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Author : Annalisa Lo Monaco
language : it
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2020-10-29

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Annuario Della Scuola Archeologica Di Atene E Delle Missioni Italiane In Oriente Supplemento 8 Monetary And Social Aspects Of Hellenistic Crete


Annuario Della Scuola Archeologica Di Atene E Delle Missioni Italiane In Oriente Supplemento 8 Monetary And Social Aspects Of Hellenistic Crete
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Author : Renata Cantilena
language : it
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2020-11-20

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Nel giugno del 2018 presso la Scuola Archeologica Italiana ad Atene si è svolto il convegno internazionale di studi Monetary and Social Aspects of Hellenistic Crete, al quale hanno partecipato numerosi studiosim di diversi ambiti disciplinari impegnati in ricerche su Creta in epoca ellenistica 1. L’idea di organizzare l’incontro scaturiva dalla volontà di avviare una discussione tra numismatici, archeologi, storici, epigrafisti su aspetti della società cretese tra la fine del IV e il I a.C., al fine di indagare l’incidenza che la moneta ha avuto nello sviluppo delle comunità locali, vuoi se emessa in risposta a esigenze di spesa per assetti urbanistici e difensivi, vuoi se connessa a pratiche di mercenariato o per mobilitazioni di carattere militare, vuoi se funzionale a relazioni commerciali o a scelte di politiche interne e/o esterne […] Renata Cantilena



Archeologica Data 2 2022


Archeologica Data 2 2022
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Author :
language : en
Publisher: All'Insegna del Giglio
Release Date : 2022-03-06

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ArcheoLogica Data wants to reach an Italian and international audience of scholars, professionals, students, and, more generally, early-career archaeologists, and it accepts contributions written both in Italian and English. ArcheoLogica Data proposes to indissolubly associate data and interpretation. It embraces that global idea of ​​archaeological data that integrates all the discipline declinations without any thematic or chronological constraints. Data is at the centre, and around lies everything that can stem from it: interpretations, hypotheses, reconstructions, applications, theoretical and methodological reflections, critical ideas, constructive discussions.



An Island In Prehistory Neolithic And Bronze Ages Finds From Kalymnos Dodecanese


An Island In Prehistory Neolithic And Bronze Ages Finds From Kalymnos Dodecanese
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Author : Mario Benzi
language : en
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2020-11-20

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The earliest prehistoric excavations on the island took place in 1887, when W.R. Paton discovered Mycenaean chamber tombs in the side of the torrent bed, which runs into the harbour of Pothia to the east of the hill of Perakastro, where the Late Bronze Age settlement stood. Most of the vessels found from Paton were presented to the British Museum while others are preserved in other European Museums. The first systematic excavations, however, took place only in the early twenties of the past century when the Italian archaeologist A. Maiuri director of the archaeological exploration of the then Italian islands of the Dodecanese, excavated the three prehistoric caves of Ayia Varvara (1920), Choiromandres (1921), and Vathy-Dhaskalio (1922), which are the object of the present study.



Deliciae Fictiles V Networks And Workshops


Deliciae Fictiles V Networks And Workshops
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Author : Patricia Lulof
language : en
Publisher: Oxbow Books
Release Date : 2019-09-16

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Temples are the most prestigious buildings in the urban landscape of ancient Italy, emerging within a network of centres of the then-known Mediterranean world. Notwithstanding the fragmentary condition of the buildings’ remains, these monuments – and especially their richly decorated roofs – are crucial sources of information on the constitution of political, social and craft identities, acting as agents in displaying the meaning of images. The subject of this volume is thematic and includes material from the Eastern Mediterranean (including Greece and Turkey). Contributors discuss the network between patron elites and specialized craft communities that were responsible for the sophisticated terracotta decoration of temples in Italy between 600 and 100 BC, focusing on the mobility of craft people and craft traditions and techniques, asking how images, iconographies, practices and materials can be used to explain the organization of ancient production, distribution and consumption. Special attention has been given to relations with the Eastern Mediterranean (Greece and Anatolia). Investigating craft communities, workshop organizations and networks has never been thoroughly undertaken for this period and region, nor for this exceptionally rich category of materials, or for the craftspeople producing the architectural terracottas. Papers in this volume aim to improve our understanding of roof production and construction in this period, to reveal relationships between main production centres, and to study the possible influences of immigrant craftspeople.



Life And Death Of A Rural Village In Garamantian Times Archaeological Investigations In The Oasis Of Fewet Libyan Sahara


Life And Death Of A Rural Village In Garamantian Times Archaeological Investigations In The Oasis Of Fewet Libyan Sahara
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Author : Lucia Mori
language : en
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2013-12-01

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This volume presents the results of the archaeological investigations in the oasis of Fewet (SW Libyan Sahara), carried out by the Archaeological Mission in the Sahara of the Sapienza University of Rome. Evidences of an ancient rural village were identified under the houses of the modern town of Tan Afella and a large necropolis, dated to the Garamantian times, spread at the fringes of the modern settlement. Until 1997 very little was known on the Garamantian period in the Wadi Tanezzuft area and on the transition from the pastoral to the early-historical phase. This period witnessed the gradual sedentarisation of human groups in the oases, and the development of caravan routes with the flourishing of an intra- and trans-Saharan trade. These processes, also influenced by significant alterations in climate, which led to the agricultural exploitation of the limited areas where water resources were available – the oases – were archaeologically unknown as far as settlements were concerned. The archaeological surveys and excavations carried out in the area of Fewet were particularly promising and are here analysed in a multidisciplinary perspective, which takes into consideration environmental and anthropological studies in the attempt to reconstruct the culture and the life of people inhabiting the Southern Fezzan region in early-historical times. «The historical archaeology of the Sahara remains an underdeveloped field of research, especially for the pre-Islamic period. The most significant exception to this rule has for long concerned the people known as the Garamantes, who inhabited the central Saharan region coincident with Libya’s south-west province, Fezzan. (…) This volume is a marvelous addition to the small corpus of published research on the Pre-Islamic oasis societies of the Sahara and provides a complementary perspective on the world of the Garamantes to the Anglo-Libyan work I have directed from their heartlands in the Wadi el-Ajal, c. 400 km to north-east of Ghat». Prof. David J. Mattingly, University of Leicester, UK.



From Lake To Sand The Archaeology Of Farafra Oasis Western Desert Egypt


From Lake To Sand The Archaeology Of Farafra Oasis Western Desert Egypt
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Author : Barbara E. Barich
language : en
Publisher: All’Insegna del Giglio
Release Date : 2014-12-11

From Lake To Sand The Archaeology Of Farafra Oasis Western Desert Egypt written by Barbara E. Barich and has been published by All’Insegna del Giglio this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2014-12-11 with Social Science categories.


The volume presents all the data collected during the cycle of research conducted by the Italian Archaeological Mission in the Farafra Oasis between 1990 and 2005. The 29 multidisciplinary essays contained in this book provide a detailed picture of the population of the Farafra Oasis, hitherto one of the least well known within the Western Desert. Farafra became particularly important during the middle Holocene, the period when climate conditions were most favourable, with later brief humid episodes even in the historic periods. The results of the long-term research cycle presented here, combined with data from the survey of the whole Wadi el Obeiyid still in progress, allow the authors to identify changes in the peopling of the oasis and to define various occupation phases. The new chronology for the Wadi el Obeiyid is one of the main achievements of the book and, as demonstrated in the final chapter, is in complete agreement with the main cultural units of other territories in the Western Desert. On this chronological basis, the contacts between the latter and the populations established on the Nile are brought into sharper focus. The importance of the archaeological documents discovered at Farafra and, at the same time their fragility due to the deterioration of the physical environment and the uncontrolled human activities, make us fear for their conservation. We hope that this book, with its complete documentation of the precious nature of the Farafra Oasis landscape and its archaeological heritage, may help to promote more effective policies for its safeguard.