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Aspenia 1 2024


Aspenia 1 2024
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Aspenia 1 2024


Aspenia 1 2024
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Author : AA.VV.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2024-03-19T00:00:00+01:00

Aspenia 1 2024 written by AA.VV. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2024-03-19T00:00:00+01:00 with Business & Economics categories.


Aspenia, la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù, è stata fondata nel 1995 e, dal 2002, è pubblicata da Il Sole 24 Ore. Al numero in uscita nel mese di marzo “Il nostro futuro artificiale” hanno contribuito tra gli altri Yuval Noah Harari, Maurizio Ferraris, Pierluigi Contucci, Daron Acemoglu e Simon Johnson, Massimo Gaggi, Mariarosaria Taddeo, William Jones, Maurizio Mensi, Giusella Finocchiaro, Alessandro Aresu, Tanya Singh e Pramit Pal Chaudhuri, Carlo Jean, Alberto Mattiacci, Luca De Biase, Gianni Riotta e Federica Urzo. Ci sono i pessimisti, o quantomeno quelli fortemente scettici: l’Intelligenza Artificiale costituisce un pericolo e il suo rapido sviluppo va frenato per salvaguardare il controllo umano sul proprio futuro. E ci sono poi gli ottimisti: non esiste una vera minaccia perché, almeno allo stato attuale, un software digitale non è un organismo e, dunque, non ha desideri né teme di essere privato di qualcosa. Oppure c’è una terza via: siamo di fronte a un tipo di intelligenza profondamente diversa da quella umana, a cui non dovremmo applicare gli stessi parametri. Quella che oggi chiamiamo “Intelligenza Artificiale Generativa”viene spesso accostata alle nuove forme incentrate sull’interazione linguistica come nel caso del famoso ChatGPT, che stimola la percezione di una macchina creativa, quasi con la capacità di immaginare. Una cosa poi da non dimenticare: l’IA è stata “selezionata” dall’intelligenza umana, e qualunque possano essere gli sviluppi futuri, perfino quelli parzialmente al di fuori del nostro diretto controllo, quel legame tra umano e artificiale resterà anch’esso inscindibile. L’IA generativa è però quasi sfuggente per gli stessi ingegneri che l’hanno programmata; è un vero enigma per chi dovrebbe metterla sotto controllo mediante regole giuridiche e procedure amministrative. Questo vale, a maggior ragione, per i possibili accordi internazionali: è più facile contare vettori e testate nucleari che quantificare le capacità “generative” di un software che usa magari grandi server dislocati in più luoghi e che accede a un immenso cloud. Parallelamente alla legittima ricerca di accordi tra Stati per la gestione e il controllo delle nuove tecnologie, ci si può aspettare comunque una dinamica competitiva di potenza che potrebbe facilitare un certo bilanciamento, per quanto precario. Basti pensare alla natura profondamente politica dei rischi e delle opportunità legati all’IA in chiave interna agli Stati: la Cina, come molti altri regimi autoritari e illiberali, vede nelle nuove tecnologie digitali soprattutto uno strumento ulteriore di controllo della sua stessa popolazione, mentre i paesi democratico-liberali cercano un delicato equilibrio tra competitività economica, logiche di mercato e tutela dei diritti civili. Queste prospettive radicalmente differenti si riverberano poi sui negoziati internazionali, rendendo difficile un consenso su standard comuni. Resta il fatto che dovremo riflettere su come limitare i rischi collettivi e tutelare i diritti degli individui. Dal punto di vista normativo l’Unione Europea ha compiuto un primo passo importante, basato sui livelli di rischio dei vari sistemi di IA nelle loro applicazioni al mercato unico. L’industria europea peraltro ha alcune importanti nicchie di eccellenza, ma continua a scontare un divario competitivo rispetto ai grandi attori americani e asiatici. Anche se ci saranno aggiustamenti, precisazioni e aggiornamenti resta l’impressione che, nell’approccio europeo, il tema “rischio” prevalga nettamente su quello delle opportunità. Pur arrivando a diffondere un messaggio pubblico quasi del tutto basato sui pericoli e sul lato oscuro delle nuove tecnologie, non si arriva però a parlare di freno allo sviluppo dell’IA. Le varie applicazioni dell’IA potrebbero portare alla perdita di controllo, quella che i tecnologi hanno denominato “singolarità”. Per affrontare questa sfida davvero esistenziale Aspenia ritiene che si debba evitare un atteggiamento apocalittico o disfattista, partendo invece dalla questione fondamentale, dal concetto stesso di “intelligenza”: tutt’altro che univoco e condiviso perfino per i neurobiologi, oltre che per psicologi e filosofi. L’intelligenza umana è sociale, e non soltanto individuale; ne deriva che storicamente il maggiore punto di forza evolutivo della nostra specie è stata la cultura, cioè la capacità di tramandare le conoscenze e dunque di edificare nuove idee sulle idee sviluppate da altri individui. Come dice Patrick Tort “per l’umanità in termini semplificati, la selezione naturale seleziona la civilizzazione”, una dinamica che consente di tenere assieme la “singolarità umana”, l’inscindibile legame con i fattori biologici e l’insieme della natura. Quindi altrettanto importante è una visione umanistica della scienza - della scienza pura, prima ancora che di quella applicata - fondata sull’assunto che il metodo scientifico scaturisce proprio dal cervello umano in quanto modo specifico di guardare alla “natura” - essa stessa una definizione culturale e dunque, in buona misura, una creazione umana. È un campo in cui Aspen Italia lavora ormai da diversi anni, insieme ad Aspen USA, con un programma specifico sull’importanza dell’investimento nella “scienza pura”. Come vale per la clava improvvisata che viene brandita dalla grande scimmia di “2001: Odissea nello spazio”, con lo stesso strumento si può rompere un oggetto, uccidere un proprio simile, migliorare le condizioni di vita, costruire astronavi. Il modo specifico in cui la rivista cerca sempre di utilizzare l’intelligenza individuale e aggregata dei nostri autori è tutto sommato fiducioso nel progresso. E Aspenia resta di questa idea.



Aspenia 2 2024


Aspenia 2 2024
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Author : AA.VV.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2024-06-20T00:00:00+02:00

Aspenia 2 2024 written by AA.VV. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2024-06-20T00:00:00+02:00 with Business & Economics categories.


Aspenia, la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù, è stata fondata nel 1995 e, dal 2002, è pubblicata da Il Sole 24 Ore. Al numero in uscita alla fine del mese di giugno 2024 “Giochi di pace e di guerra” hanno contribuito tra gli altri Andrea Goldstein, Antonio Missiroli, Eva Cantarella, Ettore Miraglia, Simon Chadwick, Sushmita Pathak, Silvia Camporesi, Stefano Pontecorvo, Julian Lindley-French, Stefano Stefanini, Carlo Jean, Nathalie Koch, Patrick Clastres, Maria Rita Pierleoni, Daniele Popolizio. L’origine delle Olimpiadi riflette il connubio tra religione, mitologia e culto del corpo, fondamenta del mondo ellenico e invece osteggiato da quello romano, fino alla soppressione dei Giochi da parte di Teodosio nel 393. Ci vorranno quasi 1500 anni prima che il barone Pierre de Coubertin ne proponga la ripresa nel 1896. Per Aspenia esistono due modi di guardare alle Olimpiadi. Il primo come metafora di una sorta di geopolitica sportiva: i giochi di pace avvengono oggi in tempi di guerra. Con le loro conseguenze: basti pensare solo alla difficoltà di trattare la partecipazione degli atleti russi (senza bandiera nazionale). Il secondo è l’economia di un grande evento organizzativo, di straordinario impatto mediatico e con forti implicazioni di business. E soprattutto: conviene ancora organizzare un’Olimpiade? Riconoscendo il rischio che il modello tradizionale dei Giochi non sia più sostenibile, il Comitato olimpico internazionale (CIO) ha intrapreso una serie di riforme. Sport e competizioni olimpiche sono, quindi, metafora dello scontro tra individui e gruppi, regolato in modo preciso e rigoroso, con una dinamica che, in molti sensi, mima la selezione darwiniana e premia soltanto i migliori. Qui il merito conta davvero. Ecco perché le autorità sportive sono sempre più impegnate in una gara a inseguimento contro la pratica del doping. Aggiungendo poi le controversie sul professionismo e quelle sul metodo corretto di presentare il medagliere – la gerarchia delle nazioni – si arriva facilmente a comprovare la tesi di George Orwell sullo sport come simulazione della guerra. I conflitti scatenati dall’invasione russa dell’Ucraina e dall’attacco di Hamas a Israele continuano sotto i riflettori, quelli che insanguinano altre regioni del mondo – in particolare Sudan, Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Siria e Myanmar – lo fanno nell’oblio generale. Per quanto si possano amare le Olimpiadi, è chiaro che lo sport non può avere un potere salvifico, né è ragionevole – e forse nemmeno lecito – chiedere allo sport di realizzare ciò che la politica non riesce a ottenere. Come per ogni mega evento, i Giochi pongono ovviamente il quesito ineludibile del rapporto costi/benefici. Con un quadro deludente, perché i costi sono sempre lievitati, diventando un fardello per il paese ospitante, e perché in molti casi gli investimenti nelle infrastrutture sportive hanno lasciato in eredità “elefanti bianchi”. Vale anche qui l’analogia con la politica internazionale: le ragioni del prestigio e del soft power sovrastano spesso le considerazioni strettamente economico-contabili. Gli interessi nazionali e i benefici intangibili prodotti dalle Olimpiadi non sono misure oggettive e non hanno una natura pienamente quantificabile. Lo sport professionistico finanziato dalle grandi aziende e dai governi era originariamente di marca occidentale, ma proprio come il capitalismo, invece di essere una manifestazione dell’“egemonia occidentale”, è diventato un grande ibrido. Ha ormai, da molti anni, caratteri definibili come “meticci” – basti pensare al Brasile nel calcio – e, quindi, molto diversi dal contesto culturale che inventò e praticò il colonialismo. I paesi che teoricamente fanno parte del Sud globale lo sanno perfettamente, ma possono fare leva sui sensi di colpa dell’Occidente e sulle sue stesse idiosincrasie – fino agli estremi della cancel culture – per guadagnare punti in chiave di soft power. C’è poi un’obiezione più specifica alla tesi “rivendicativa” degli eventi sportivi come specchio della competizione Nord-Sud: lo sport professionistico e la sua monetizzazione attraverso gli sponsor e i mezzi di comunicazione sono una forma di globalizzazione che però non ha mai “deciso” se essere un processo di espansione dei valori occidentali o diventare un suo superamento. È, quindi, rimasta in mezzo al guado e vive oggi una sua frammentazione, che potrebbe riflettersi sulle Olimpiadi del futuro. Le Olimpiadi francesi si tengono in un momento politicamente importante e rischioso per l’UE, subito dopo il voto per il Parlamento europeo e prima dell’insediamento della nuova Commissione, ma anche in un contesto internazionale che vive crisi acute e che verrà fortemente condizionato dall’esito delle elezioni americane. Dato il livello di ambizione diplomatica che la Francia ha sempre avuto, è chiaro che i Giochi sono visti da Parigi come la manifestazione di un modello organizzativo e di una “way of life” franco-europea. Al di là della forte simbologia delle Olimpiadi alcuni ingredienti essenziali del “modello europeo” vanno però oggi profondamente ripensati. L’imperativo della difesa comune dovrebbe logicamente produrre una forte spinta alla condivisione e aggregazione delle risorse per la sicurezza, proprio mentre potenze esterne come Cina e Russia tentano sistematicamente di dividere il vecchio continente: sia dall’esterno sia dall’interno, la coesione europea è messa costantemente alla prova. Se c’è un appuntamento olimpico che evoca rischi di questo tipo, l’edizione 2024 è sicuramente un “case in point”. Ed è, quindi, una sfida da vincere: non solo per gli atleti migliori, ma per la credibilità dell’Europa



Aspenia 4 2023


Aspenia 4 2023
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Author : AA.VV.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2023-12-27T00:00:00+01:00

Aspenia 4 2023 written by AA.VV. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2023-12-27T00:00:00+01:00 with Business & Economics categories.


Aspenia, la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù, è stata fondata nel 1995 e, dal 2002, è pubblicata da Il Sole 24 Ore. Al numero in uscita a fine dicembre “La debolezza della potenza” hanno contribuito tra gli altri Robert Gates, Arrigo Sadun, John Bessler, Walter Russell Mead, Julian Lindley-French, Adam Tooze e Nicola Pedde, Thomas J. Duesterberg, Andrew Spannaus, Eric B. Schnurer, John C. Hulsman, Adam S. Posen e Carlo Jean. Il mondo pare trovarsi in una classica fase di interregno, come altre volte nella storia, in cui un vecchio ordine decade ma il nuovo ordine ancora non esiste. Incerti sono il presente e il futuro della “Pax americana”, ossia il sistema di regole e istituzioni internazionali prodotte dalla Seconda guerra mondiale e gradualmente allargate nel post-1989. Ma viene da chiedersi se, soprattutto, possa esistere ancora un attore egemonico disposto a difendere tale sistema. Farsi una domanda del genere è già di per sé un attestato del ruolo unico che gli Stati Uniti occupano tuttora sul piano globale. Così l’America, potenza preminente ma non più dominante, ha scelte difficili da compiere. A maggior ragione quando, come da alcuni anni a questa parte, quella potenza è indebolita all’interno da una disfunzione grave del suo meccanismo politico-istituzionale, con una fortissima polarizzazione tra i due partiti e con fratture dentro i partiti stessi. La tesi di Aspenia è in effetti che stia qui, nella debolezza interna, il maggiore rischio per gli Stati Uniti. È evidente una crisi di leadership, in parte di tipo generazionale: né Joe Biden né Donald Trump incarnano le aspirazioni e le priorità di gran parte degli elettori americani, ma il sistema elettorale ha finora impedito l’emergere di credibili candidati alternativi. Non esiste un ricambio naturale: Biden è fortemente danneggiato dal fattore età, ma ritiene di essere ancora il migliore candidato possibile per battere Trump, esito non avvalorato dai sondaggi attuali e dalla frattura probabile della coalizione democratica. La corsa di Biden verrà complicata dall’esistenza di terzi candidati, mentre Trump probabilmente si aggiudicherà la nomination repubblicana. E avrà il vantaggio di potersi battere contro un sistema che molti americani hanno smesso di apprezzare, mentre Biden ne è fino in fondo un rappresentante. Il rischio, per il novembre 2024, è che si profili, quindi, lo scenario di una vittoria elettorale comunque impopolare, a seguito di un voto concesso controvoglia e senza entusiasmo. Vista la crisi di fiducia nelle istituzioni, esistono tutte le premesse di una deriva della democrazia americana. In questo quadro Pechino e i suoi pseudoalleati (perché nessuno di loro accetta davvero di definirsi tale) possono contribuire alla disgregazione parziale della Pax americana – e lo fanno. Ma non sono in grado di offrire un modello alternativo, né interno né internazionale. L’Occidente, nonostante tutto, dispone di un modello politico-sociale ancora valido e di importanti leve economiche. E al cuore dell’Occidente – pur con tutte le difficoltà interne e i dubbi su un ruolo internazionale – restano gli Stati Uniti. Quando si parla di una nuova“guerra fredda” fra Cina e Stati Uniti, si parla, insomma, anche di una competizione, o forse una diretta contrapposizione, tra modelli politici. Pur con i suoi molti difetti, il modello americano resta più attraente. Come quello europeo, se guardiamo esclusivamente al “soft power”. A volte sembra prevalere uno strano pudore nel fare questa semplice affermazione. La sfida, per gli Stati Uniti e per l’Europa, diventa come gestire una Cina che non riesce più a trainare la crescita globale ma cerca di influenzarla e condizionarla: non c’è solo l’acquisizione delle materie prime strategiche per la transizione sostenibile (e delle loro intere filiere), ma anche lo sfruttamento sistematico della grande massa di Big Data di cui dispone Pechino, e il controllo di infrastrutture e nodi strategici per il commercio internazionale. Intanto stanno venendo al pettine i ben noti limiti del miracolo cinese, con i difetti di un sistema politico quasi asfissiato dall’accentramento di Xi. E ciò accade nel momento peggiore per la Cina, quando Washington e molti suoi alleati hanno attivato misure di contrasto diretto e indiretto verso la penetrazione di Pechino. Il paradosso è che i comportamenti cinesi stanno contribuendo in modo decisivo a frammentare la globalizzazione, cioè proprio la dinamica che ha arricchito la potenza asiatica e l’ha resa più potente nel corso di oltre tre decenni. È una scommessa ad altissimo rischio per Pechino, perché in estrema sintesi la Cina è meno forte di quanto si pensi, mentre l’America è più forte di quanto si dica.



Aspenia N 100


Aspenia N 100
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Author : AA.VV.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2023-03-27T00:00:00+02:00

Aspenia N 100 written by AA.VV. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2023-03-27T00:00:00+02:00 with Business & Economics categories.


Aspenia, la rivista trimestrale di Aspen Institute Italia diretta da Marta Dassù, raggiunge il traguardo del numero 100. È stata fondata nel 1995 e, dal 2002, è pubblicata da Il Sole 24 Ore. “Una rivista di discussione transatlantica – la definisce il Presidente Giulio Tremonti – che rappresenta un luogo di incontro tra mondo delle imprese e altri mondi”. Secondo il suo fondatore Giuliano Amato “Aspenia è una rivista “responsabile” che è riuscita a stare dalla parte della storia e della sua velocità. Nessuno dei grandi temi degli ultimi anni è assente dalle sue pagine”. Come spiega Marta Dassù “Aspenia ha anticipato spesso i grandi mutamenti della politica e dell’economia internazionale e interpretato la trasformazione del sistema occidentale negli ultimi decenni”. Il numero 100 della rivista - in uscita a fine marzo- è interamente dedicato all’Italia o meglio a “Noi Italiani”, quasi una sorta di “rovesciamento” della sintesi attribuita (forse erroneamente) a Massimo D’Azeglio, per cui al momento dell’Unità si era fatta l’Italia, ma andavano a quel punto fatti gli italiani. Si è piuttosto di fronte a un circolo vizioso, per cui i limiti della società civile sono legati a doppio filo con quelli del sistema paese? E, allora, come si ricompone il “puzzle Italia” ? Hanno contribuito al numero 100 di Aspenia, tra gli altri, Giuliano Amato, Giulio Tremonti, Massimo Livi Bacci, Lucio Caracciolo, Michele Valensise, Mario Del Pero, Giulio Sapelli, Antonio Calabrò, Stefano Cingolani, Maria Latella, Marina Valensise, Gianni Riotta, Federico Rampini e Carlo Jean. L’Italia si porta dietro dalla sua stessa nascita come Stato, con il Regno di Sardegna, i Savoia e l’opera di unificazione guidata da Cavour l’annosa questione del rapporto tra rango, ruolo e presenza stabile nei maggiori consessi internazionali. Cavour riuscì a creare, tra i “paesi di prim’ordine” un’accondiscendenza adeguata alle esigenze di un “paese di second’ordine” – la futura Italia. La domanda da porre oggi – spiega nell’editoriale di apertura Giuliano Amato – è “se siamo ancora un paese di second’ordine”. Certamente abbiamo avuto degli sprazzi da paese di prim’ordine, come dimostra la storia dell’integrazione europea: quattro paesi con eguale diritto di voto in Consiglio – Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia. L’unione monetaria nasce, così come Schengen, da un’intesa franco-tedesca a cui l’Italia si è aggregata con un sostegno attivo. Inoltre, dall’Atto unico di Milano nel 1986 ha preso il via il completamento del mercato unico. E nel 1992 l’Italia ha dato il suo assenso al fondo europeo di coesione, passando così da beneficiario netto a contributore netto. Oggi, con l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, l’Italia assume un ruolo ancora più strategico. Nell’ottica di quella che Janet Yellen, ha definito “globalization among friends”, si può pensare a rilanciare il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti che si arenò nel 2016 e perseguirlo in modo selettivo, per quei prodotti e servizi in cui si mira ad una vera autonomia strategica dalle supply chain globali. L’Italia può diventare l’ago della bilancia in ambito di Consiglio europeo, e questo permetterebbe di compiere progressi verso una politica industriale europea. Dare una valutazione oggettiva dell’Italia come sistema-paese può disorientare l’osservatore: esistono evidenti punti di debolezza, antiche questioni culturali irrisolte, carenze istituzionali. Eppure, ci sono anche nicchie di eccellenza e una tenuta complessiva che emerge soprattutto nei momenti di crisi. C’è quindi da risolvere un “puzzle Italia”. Partendo da una consapevolezza: l’Italia è oggi – come sostiene Giulio Tremonti – “l’unico paese in Europa fortemente duale, ovvero caratterizzato, al suo interno, da una enorme differenza tra Nord e Sud. Negli anni Novanta, anche per colmare tale divario, si è innescato il meccanismo perverso del debito pubblico trasformando così la democrazia italiana in una malata ‘democrazia del deficit’. Dal 1992, anche per effetto del cosiddetto vincolo esterno, la tendenza alla crescita del debito pubblico è stata invertita ma, nonostante tutto, lo stock abnorme del debito pubblico è rimasto, così condizionando tra l’altro anche la posizione internazionale dell’Italia”. Inoltre “l’intero perimetro della pubblica amministrazione - prosegue Tremonti - è stato trasformato in un gigantesco self-service e la nuova architettura istituzionale è stata congiuntamente basata sulla doppia formula: decentramento più federalismo. Non l’uno in alternativa all’altro, ma – caso unico nel mondo occidentale – tutti e due insieme”. Contestualmente, nel crescente benessere hanno preso forma, soprattutto in Italia, il pensiero debole, il relativismo, il sincretismo, il presentismo, un populismo che si faceva sempre più leggero, nella foresta delle contraddizioni. Secondo il Presidente di Aspen Institute Italia la divisione prevale sull’unione, lo smarrimento e la paura prevalgono sulla speranza, la rassegnazione sull’orgoglio, l’urlo sulla voce, l’irrazionale sul razionale, i desideri prevalgono tanto sui bisogni quanto sui doveri, la propaganda sulla realtà e l’anarchia sulla gerarchia. “Non siamo - sostiene Tremonti - davanti alla fine della storia, ma davanti al principio possibile di una nuova storia. Questo è il fine cui si può e si deve mirare e, in una logica non di sterile lotta, ma di impegno per il bene comune, condividendo una visione. Non tutto ciò che è essenziale e morale è nel PIL, ma è nell’orgoglio e nel sentimento di una partecipazione collettiva basata sulla nostra identità, risalendo dalle origini del romanticismo di Mazzini e passando dal pragmatismo di Cavour”.



Il Nuovo Fuoco


Il Nuovo Fuoco
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Author : Ben Buchanan
language : it
Publisher: EGEA spa
Release Date : 2024-05-31T00:00:00+02:00

Il Nuovo Fuoco written by Ben Buchanan and has been published by EGEA spa this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2024-05-31T00:00:00+02:00 with Political Science categories.


L’intelligenza artificiale sta trasformando la modernità. È ovunque, nelle nostre case, nei nostri uffici, nel presente e sicuramente nel futuro. Oggi «scopriamo» l’IA come i nostri lontani antenati scoprivano il fuoco. Se la sapremo gestire, diventerà una forza per il bene, illuminando il cammino a tutta una serie di invenzioni rivoluzionarie. Ma se la utilizzeremo in maniera avventata, sfuggirà al nostro controllo. Se la brandiremo a scopo di distruzione, alimenterà le fiamme di un nuovo tipo di guerra che farà vacillare la democrazia. Come spiegano gli esperti di politiche per l’intelligenza artificiale Ben Buchanan e Andrew Imbrie ne Il nuovo fuoco, capire come adoperare questa tecnologia e per quali scopi è una delle scelte più urgenti – e più interessanti – che ci attendono. Sono tre le scintille del nuovo fuoco: i dati, gli algoritmi e la potenza di calcolo. Questi fattori alimentano campagne di disinformazione virale, nuovi strumenti di hacking e armi militari che un tempo sembravano appartenere solo alla fantascienza. Agli autocrati l’IA offre la prospettiva di un controllo centralizzato in patria e vantaggi asimmetrici sul campo di combattimento. È facile presumere che le democrazie, avvolte come sono da vincoli etici e prive di un approccio coerente, non riusciranno a tenere il passo. Ma questa è una distopia, lungi dall’essere inesorabile. Coniugando la loro comprensione approfondita della tecnologia con un’attenta analisi geopolitica, Buchanan e Imbrie ci mostrano cosa può fare l’intelligenza artificiale per la democrazia. Con il giusto atteggiamento, la tecnologia non deve per forza fare il gioco della tirannia.



Red Book 2021


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Author : David W. Kimberlin
language : en
Publisher:
Release Date : 2021-05-15

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The AAP's authoritative guide on preventing, recognizing, and treating more than 200 childhood infectious diseases. Developed by the AAP's Committee on Infectious Diseases as well as the expertise of the CDC, the FDA, and hundreds of physician contributors.



Aspenia N 86


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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2019-12-19T00:00:00+01:00

Aspenia N 86 written by Aa.vv. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2019-12-19T00:00:00+01:00 with Business & Economics categories.


Questo numero di Aspenia vuole spiegare come la transizione ambientale in corso, nonostante le accelerazioni recenti, resti comunque un processo complicato visti i molti attori coinvolti a diversi livelli. La svolta ambientale può progredire se verranno rispettate tre condizioni fondamentali: la prima soprattutto economica, la seconda politica, la terza principalmente sociale. La nuova "onda verde" sarà molto più potente se riuscirà a lavorare con il business e non contro di esso, ingaggiando nuove relazioni e offrendo nuove opportunità alle aziende; se non sarà strumentalizzata per rivolgere attacchi radicali (e di marca tutta politica) al capitalismo del XXI secolo e se sarà accompagnata da un effettivo cambiamento delle abitudini dei consumatori, che sono ovviamente un ingrediente essenziale della transizione.



Aspenia N 87


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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2019-12-19T00:00:00+01:00

Aspenia N 87 written by Aa.vv. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2019-12-19T00:00:00+01:00 with Business & Economics categories.


Sono davvero in crisi le grandi democrazie del mondo? Aspenia 87 contribuisce alla riflessione su un interrogativo di grandissima attualità interpellando, tra gli altri, autori di primo piano come Giuliano Amato, Ivan Krastev, Mark Leonard, Walter Russell Mead e Ian Bremmer. Leadership americana e relazioni transatlantiche sono state da sempre alla base delle democrazie liberali. Succede però che l'Occidente non ha saputo leggere il mondo uscito dalla caduta del Muro di Berlino. E non ha avuto il coraggio di inglobare la Russia in un sistema di sicurezza europeo. La crisi economica scoppiata negli Stati Uniti nel 2008 ha poi fatto il resto, contagiando l'Europa nei cui sistemi democratici hanno sempre più trovato spazio sovranismi e populismi. Mentre s'affaccia nel gioco delle potenze globali una Cina sempre più forte e con grandi aspirazioni di leadership, non è più possibile rinviare il rilancio della partnership transatlantica, magari con l'Europa a fare da traino di un'America riluttante e con alcuni tratti isolazionisti.



Aspenia N 74 Paure Americane


Aspenia N 74 Paure Americane
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Author : Aa.vv.
language : it
Publisher: Gruppo 24 Ore
Release Date : 2017-01-25T00:00:00+01:00

Aspenia N 74 Paure Americane written by Aa.vv. and has been published by Gruppo 24 Ore this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2017-01-25T00:00:00+01:00 with Business & Economics categories.


L'eterno, sconfinato ideale del "sogno americano" appartiene ormai al passato, e gli americani di oggi possono al massimo aspettarsi una crescita mediocre, invece della possibilità di avere una vita migliore di quella dei loro genitori. Un tale abbassamento del potenziale tenore di vita avrà conseguenze ovvie ed estremamente negative, dal punto di vista economico e sociale. Per quanto gli ultimi dati segnalino una ripresa del reddito medio nel 2015 (con la prima svolta importante dalla crisi del 2008) conta anche l'autopercezione: la classe media americana continua a sentirsi in difficoltà.



Grand Strategy In 10 Words


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Author : Sven Biscop
language : en
Publisher: Policy Press
Release Date : 2021-06-14

Grand Strategy In 10 Words written by Sven Biscop and has been published by Policy Press this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2021-06-14 with Political Science categories.


This book introduces ten key terms for analysing grand strategy and shows how the world’s great powers – the United States, China, Russia and the European Union (EU) – shape their strategic decisions today and shows how the choices made will determine the course of world politics in the first half of the 21st century.