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L Investimento E La Presa Di Ancona


L Investimento E La Presa Di Ancona
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L Investimento E La Presa Di Ancona


L Investimento E La Presa Di Ancona
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2010

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Il volume tratta degli eventi che vanno dalla capitolazione di Loreto del 19 settembre all’arrivo del Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II, in Ancona, il 3 ottobre 1860. Eventi che sono stati, dalla storiografia, quasi sempre presentati come susseguenti e consequenziali, e quindi non significativi, a quelli del 18 settembre 1860, durante i quali il gen. Cialdini impedì, e disperse, nella vallata del Musone le forze pontificie del De La Moriciére, provenienti dall’Umbria, che cercavano di rinchiudersi in Ancona e dare vita ad un assedio ad oltranza, in attesa dell’intervento delle potenze Cattoliche, soprattutto dell’Austria. Il pericolo di un intervento austriaco era stato sempre tenuto presente dal Comando Sardo. Prendere Ancona significava scongiuralo. Il piano di invasione delle Marche e dell’Umbria del generale Fanti teneva ben presente questo pericolo: le due masse per la campagna di invasione dello Stato Pontificio prevedeva che la più consistente fosse quella del generale Cialdini, che avrebbe operato lungo la litoranea adriatica; questa massa era, nel contempo, più vicino alla Valle Padana ed all’Emilia, pronta a retrocedere, in caso di attacco austriaco, e formare il fianco sud dello schieramento già in atto, 150.000 uomini, schierati lungo il confine veneto-lombardo. L’altra massa, la meno consistente, doveva operare nell’Umbria, e, conquistatela, avrebbe marciato, via Colfiorito, su Ancona e sarebbe stata la sola a gestire le operazioni nello Stato Pontificio, divenuto, in presenza dell’iniziativa austriaca, un fronte secondario. L’azione delle due masse avrebbe avuto il concorso della flotta, e, conquistata Ancona, la piazzaforte sarebbe stata la base di operazione sul mare contro l’Austria. Se l’Austria non si fosse mossa, l’obiettivo rimaneva sempre conquistare Ancona, ma le due masse, riunite, avrebbero dovuto marciare verso sud per portare nell’alveo moderato l’iniziativa garibaldina, impedendo la costituzione di una repubblica mazziniana a Napoli e nel meridione d’Italia. Ancona ha, in queste piano, un ruolo centrale e rimase sempre l’obiettivo primario di tutta l’azione Sarda. In una operazione che oggi diremo “joint”, l’investimento e la presa di Ancona rappresenta un esempio brillante di capacità militare e intuizione politica, fuse insieme, che rappresenta una pagina esaltante della nostra tradizione militare Ancona, divenuta Sarda, da piazzaforte periferica di uno Stato al tramonto, diventa una piazzaforte di primaria importanza di uno Stato chiamato a partecipare alla formazione dei nuovi equilibri tra le Potenze, non solo mediterranei, ma anche europei. Ed Ancona stessa inizia, da quel 29 settembre 1860, uno sviluppo sociale, economico ed urbanistico di prima grandezza, che la percorrerà per tutto l’800 e la prima metà del secolo breve. Il volume descrive quei eccezionali giorni del settembre 1860 durante i quali si realizzano i momenti più belli ed esaltanti della storia recente della città Dorica.



La Presa Di Ancona


La Presa Di Ancona
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Author : Carlo Pellion conte di Persano
language : it
Publisher: Edizioni Studio Tesi
Release Date : 1990

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L Ultima Difesa Pontificia Di Ancona 7 29 Settembre 1860 La Piazzaforte


L Ultima Difesa Pontificia Di Ancona 7 29 Settembre 1860 La Piazzaforte
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2012

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L Ultima Difesa Pontificia Di Ancona 7 29 Settembre 1860 Tomo Ii


L Ultima Difesa Pontificia Di Ancona 7 29 Settembre 1860 Tomo Ii
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2013-11-29

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Il primo tricolore che sventolò in Ancona, subito dopo la resa pontificia, fu esposto al balcone di Casa Schelini a piazza Grande, oggi piazza del Plebiscito, che gli Anconetani amano chiamare, piazza del Papa. La casa Schelini era sempre stata il centro delle attività patriottiche e unitarie; nel 1832 vi era stata fondata la prima “congrega” della Giovine Italia. Nonostante ogni azione di repressione, gli Schelini, insieme ad altri Anconetani, tennero viva la fiamma unitaria e nazionale ed operarono affinché Ancona si inserisse nel processo unitario italiano, convinti che nell’Unità nazionale ci sarebbero stati vantaggi per tutti. Come poi la realtà dimostrò con i fatti. Altri Anconetani erano di parte pontificia, come, ad esempio, la famiglia Buorbon del Monte ed altre famiglie che poi, nei decenni post unitari persero via via il loro potere fino a scomparire. Il ruolo di queste famiglie e degli Anconetani di parte pontificia nella ultima difesa del potere temporale in Ancona fu minimo, estromesso ed emarginato dalla azione estremista dei legittimisti venuti da tutta Europa, che vedevano nell’elemento “indigeno” cioè romano, cioè italiano un potenziale avversario, se non un nemico. Questa volontà di difendere con ogni mezzo i diritti temporali della Chiesa, che a Roma aveva il suo capofila il Pro Ministro per le Armi de Merode e ad Ancona il de Quatrebarbes, e poi il de La Moricière, si tramutarono in azioni violente e di repressione, che fecero vivere ad Ancona, ulteriori giorni difficili, che si sommarono al decennio di occupazione austriaca e alle repressioni del Kalnermatten nel 1859. Dopo aver dedicato il Tomo I alla descrizione di Ancona come piazzaforte, che è la fotografia della Dorica nella metà dell’ottocento, punto di partenza del suo sviluppo postunitario, questo Tomo II descrive gli avvenimenti finali e conclusivi della difesa pontificia di Ancona. Gli avvenimenti come sono descritti fanno emergere un’azione, da parte dei responsabili pontifici, piena di errori politici, sociali, economici, diplomatici e, soprattutto militari, che agevolò non poco l’affermarsi della temuta quanto odiata “rivoluzione”, tanto che le vittorie dei Sardi, ovvero degli Italiani, ottenute in questo modo, per la facilità con cui sono state conseguite, oggi non vengono considerate importanti, come in realtà sono, ma sostanzialmente disconosciute. Un oblio che coinvolge anche Ancona, nella Storia nazionale, che in questo passaggio, per lei fondamentale dallo stato preunitario allo stato nazionale perdette uno dei suoi monumenti più qualificanti e rappresentativi, la Lanterna, simbolo della essenzialità della sua vocazione commerciale e marittima. Un volume che vuole sottolineare che il nostro Risorgimento, in questa appena passata data anniversaria del 2011, più che celebrarlo va conosciuto e, possibilmente, studiato. E così la Storia di Ancona.



Il Corpo Italiano Di Liberazione E Ancona


Il Corpo Italiano Di Liberazione E Ancona
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2014-06-01

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illustra il contributo che il Corpo Italiano di Liberazione ha dato alla liberazione delle Marche, in generale, e di Ancona in particolare, nella Battaglia per Ancona, svoltasi dal 1 al 20 luglio 1944. Inquadrato nel II Corpo d’Armata Polacco, il Corpo Italiano di Liberazione svolse il ruolo di coprire il fianco sinistro dei Polacchi, che avanzano lungo la litoranea Adriatica; in questo ruolo liberarono Ascoli Piceno, Macerata, Tolentino. Il Comandante Polacco Anders, occupata Osimo il 6 luglio, predispose un piano di attacco per la conquista di Ancona che schierava la 3a Divisione Carpatica a destra, con compiti di fissaggio ed inganno, la 5a Divisione Krescowa al centro, con compiti di attacco, rottura e sfondamento del fronte tedesco, mediante manovra di aggiramento, il Corpo Italiano di Liberazione, a sinistra, con compiti di protezione, sicurezza e copertura del fianco sinistro. L’obiettivo era conquistare Ancona e annientare la guarnigione tedesca. Questo piano, messo in atto dall’alba del 17 luglio, ebbe un successo parziale: Ancona fu conquistata il 18 luglio, ma la guarnigione tedesca, nonostante forti perdite, non fu annientata. Di questo parziale insuccesso, vari comandanti polacchi accusarono il Corpo Italiano di Liberazione, accusandolo di aver raggiunge i suoi obbiettivi con ritardo, scoprendo il fianco sinistro delle forze avanzanti polacche, che furono costrette a fermarsi, e quindi dare tempo a quelle tedesche di salvarsi. Accuse che si rivelarono infondate, ma che dimostrano, indirettamente, come il Corpo Italiano di Liberazione era parte integrante delle forze alleate che liberarono Ancona. Per dimostrare questo, il volume presenta pagine di storia militare con un linguaggio, a volte, per specialisti, affrontando anche delicati argomenti come l’atteggiamento ostile Britannico verso gli Italiani, il ruolo politico delle forze italiane, l’apporto delle forze della Resistenza ai combattimenti ed altri. Il linguaggio diviene, però, presto amabile e divulgativo in quanto le operazioni militari sono anche ricostruite attraverso le testimonianze orali e documentali coeve a complemento della descrizione tecnico-tattica. Testimonianze di militari e di civili, da quella di Sergio Pivetta, a quella di Francesca Bonci, che descrive con il suo Diario il passaggio del fronte ad Osimo, a quelle di sfollati di Agugliano, Castel’Emilio, Cassero, Camerata Picena e Castelferretti, abitati sull’asse di avanzata dell’attacco polacco. Emerge in tutti, tra macerie morali e materiali, il desiderio di sopravvivere e, la speranza di vivere un futuro diverso e migliore. Il volume descrive, quindi, il passaggio del fronte nell’anconetano, nome con cui si ricorda quei terribili gironi, quei giorni delle oche verdi, oche che erano dipinte dai contadini con il verderame per mimetizzarle e evitare attacchi aerei alleati, e del lardo rosso, come i soldati tedeschi, sempre in cerca di cibo da rubare nelle loro razzie, chiamavano il prosciutto. Un volume di ricostruzione storico-militare e testimonianze.



La Giornata Del Decorato 2016


La Giornata Del Decorato 2016
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2017-01-11

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Il Convegno di Studi “Comprendere la Grande Guerra. Dal primo al secondo anno di guerra. 1915-1916” si è svolto il 23 aprile 2016 in occasione della Giornata del Decorato del 2016 tenutasi a Salò per ricordare e comprendere gli eventi iniziali, in questa data centenaria, della Prima Guerra Mondiale. Le relazioni qui riportate vogliono offrire al Socio del Nastro Azzurro ed ai lettori spunti per approfondire e capire quei giorni che diedero l’avvio al nostro impegno in questa guerra che concluse il nostro risorgimento nazionale. La Giornata del Decorato è stata anche l’occasione per fare il punto sulla attuale situazione dell’Istituto Nastro Azzurro che ha dato vita ad una Tavola Rotonda, di cui si riportano gli interventi dei partecipanti, presieduta dal Presidente Nazionale, Tavola Rotonda che si è conclusa con il pensiero e una preghiera per i Caduti di tutte le guerre e per la Patria Nostra.



Le Marche E La Prima Guerra Mondiale Il 1915 Ii


Le Marche E La Prima Guerra Mondiale Il 1915 Ii
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2017-06-30

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Seguito dei precedenti, uno dedicato al 1914 e l’altro al primo semestre del 1915, il presente volume descrive lo svolgersi della guerra sulla nostra frontiera orientale. Mentre tutti si aspettavano una rapida e vittoriosa conclusione, emersero sul campo i nodi di una decisione diplomatica affrettata (il Patto di Londra) che mise in difficoltà i vertici militari. Difficoltà che si tradussero in una mobilitazione tardiva, tanto che, dichiarata la guerra il 24 maggio, la prima vera grande offensiva (la Prima Battaglia dell’Isonzo) fu lanciata solo un mese dopo, il 23 giugno 1915. Il primo mese di guerra lo chiamammo “Il balzo in avanti”, un eufemismo per dire che l’Esercito entrò in guerra impreparato; una impreparazione che ci costò cara in quanto diede tempo all’Austria-Ungheria di far affluire verso il suo confine meridionale, al momento della dichiarazione di guerra indifeso, sufficienti truppe per contrastare la nostra avanzata. Dopo la prima offensiva, ne lanciammo, nei mesi successivi, altre tre, (Seconda, Terza e Quarta Battaglia dell’Isonzo) che in sostanza non ebbero alcun successo. L’euforia del “maggio radioso” pian piano lasciò il posto alla disillusione e alla rassegnazione, mascherata da esteriorità patriottiche. La guerra non sarebbe stata né breve né facile e il Paese né prese atto. Nel volume questo andamento della guerra è descritto riportando l’impiego in linea delle Brigate di fanteria dal nome marchigiano, “Marche”, “Ancona” e “Macerata” e da altre, come la Brigata “Messina” e la Brigata “Acqui” che erano di stanza, in tempo di pace, nelle Marche. In più si descrive le vicende della Brigata “Alpi” per riportare l’interventismo risorgimentale alla prova della trincea. Il volume presenta le Marche come regione di prima linea, in quanto, dopo aver dato il concetto di “trincea marittima”, nel descrivere la strategia adottata dalla Regia Marina, sottolinea il ruolo di Ancona come piazzaforte offensiva. E su questa scia da i primi tratti di come le provincie marchigiane, Pesaro, Ancona, Macerata Ascoli Piceno ed il fermano, subissero incisivi cambiamenti socioeconomici, ora repentini ora più lenti, che la guerra richiedeva. Il volume è anche espressione delle attività, lezioni, seminari, relazioni, e incontri, svolte nel secondo semestre 2015 dall’Autore per ricordare e celebrare il centenario della Grande Guerra.



Le Marche E La Prima Guerra Mondiale Il 1914


Le Marche E La Prima Guerra Mondiale Il 1914
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2015-05-05

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Il volume descrive le operazioni condotte durante la Grande Guerra dalle Brigate di fanteria del Regio Esercito Italiano che portavano un nome geografico marchigiano: le Brigate “Marche”, “Ancona”, “Macerata”, “Pesaro” e “Piceno. Nel momento in cui si iniziano le commemorazioni per la data centenaria della Prima Guerra Mondiale, il volume vuole dare, soprattutto alle nuove generazioni, uno spaccato degli eventi di quel grande avvenimento, ovvero le operazioni condotte dall’Esercito in quattro anni di guerra, nel quadro generale dell’approfondimento del rapporto tra le Marche e la Prima Guerra Mondiale. Ad un siffatto quadro di riferimento, le Marche e la sua gente non sono affatto estranei. L’attribuzione di denominazioni marchigiane a Reparti e Grandi Unità di fanteria non costituisce un aspetto di mera curiosità storica ma, al pari di tanti altri esempi sul territorio nazionale, si identifica con l’obiettivo di costruire quel senso di identità nazionale che, all’indomani del neonato Regno d’Italia, faceva fatica ad emergere. Questo l’aspetto ordinativo che, da solo, non è sicuramente sufficiente a delineare i contorni del legame tra questa regione ed il conflitto mondiale, anche perché nelle citate unità non necessariamente venivano inquadrati soldati di provenienza marchigiana. Le cinque Brigate, di cui due la Brigata “Marche” e la Brigata “Ancona” già esistenti e ricche di tradizioni risorgimentale la Brigata “Macerata”, costituita per mobilitazione nel 1915, e le altre due, le Brigate “Piceno” e “Pesaro” costituite guerra durante, hanno dato vita ad episodi esaltanti, di abnegazione ed adesione alla guerra; alcuni di questi anche tragici, come quello che coinvolse la Brigata “Marche” che per siluramento del piroscafo che la trasportava, al ritorno dall’Albania, perse un intero reggimento di 1900 uomini. La descrizione degli avvenimenti è preceduta da due capitoli: il primo dedicato alla presentazione della Grande Guerra nel suo insieme e come si è sviluppata anno dopo anno, preceduta da brevi note sulla nostra politica estera di fine ottocento ed inizio novecento, senza le quali non si possono ben comprendere le scelte italiane dell’estate del 1914. Scelte che sicuramente non trovarono impreparato l’Esercito almeno sul piano concettuale-operativo, avendo lo stesso fin dal 1885 preso in esame una guerra sul confine orientale. Scelte che cambiarono radicalmente la prospettiva politico-sociale italiana, generando quel confronto tra interventisti e neutralisti che per oltre nove mesi permeò tutta la vita nazionale. In questo confronto le Marche furono in prima fila con tanti suoi esponenti che, nel solco risorgimentale, si spesero per un intervento armato contro il cosiddetto “nemico ereditario”, cioè l’Austria; alcuni, nel solco della tradizione garibaldina, andarono a combattere in Francia, come testimonianza diretta delle proprie idee. Nel secondo capitolo note più tecniche, riguardanti l’Esercito ai primi anni del novecento, alcuni aspetti ordinativi riguardanti le Brigate di Fanteria e loro evoluzione durante il conflitto, un cenno all’uniforme con cui entrammo in guerra, adottata pochi anni prima dell’entrata in guerra; infine è riportato il Quadro di Battaglia con cui l’Esercito Italiano entrò in guerra, per dare una dimensione quantitativa del nostro intervento e delle nostre capacità.



Le Marche E La Prima Guerra Mondiale Il 1915


Le Marche E La Prima Guerra Mondiale Il 1915
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Author : Massimo Coltrinari
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2016-07-31

Le Marche E La Prima Guerra Mondiale Il 1915 written by Massimo Coltrinari and has been published by Edizioni Nuova Cultura this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2016-07-31 with History categories.


Il volume traccia un quadro degli eventi che portarono l’Italia ad entrare in guerra nel maggio 1915 contro l’Austria-Ungheria, avendo particolare riferimento le Marche. Descrive i primi sei mesi del 1915 che furono un semestre difficile ed agitato, e che segnarono profondamente il nostro Paese ed, in particolare, le Marche. Seguito del precedente dedicato al 1914, il volume, primo dei due in programma per il 1915, descrive la genesi di una scelta, frutto in gran parte delle imposizioni altrui e in parte dalle nostre decisioni, generate dalla dichiarazione di neutralità nell’agosto 1914, ove, in pratica, l’Italia non aveva più né alleati né tantomeno amici; descrive, poi, il perché di questa situazione difficile ed intricata, che fu risolta solo scegliendo fra le due opzioni rimaste: guadagnarsi nuovi Alleati, ovvero scendere a fianco dell’Intesa, o accettare quanto ci offrivano gli ex-Alleati, Austria-Ungheria e Germania in cambio della nostra neutralità. Era lo scontro tra interventisti e neutralisti, che videro le Marche in prima fila. Uno scontro che fu risolto senza tenere contro delle esigenze e delle condizioni militari. Il rovesciamento delle alleanze maturato nel 1914 imponeva più tempo per una adeguata preparazione alla guerra; un dato, questo, sottovaluto e che incise su una mobilitazione rilevatasi tardiva. Il Primo Ministro Antonio Salandra ed il Ministro degli Esteri, Sydney Sonnino, sono gli artefici primi di questa situazione che mise in difficoltà gravi il vertice militare. Il Regio Esercito e la Regia Marina entrarono in guerra non pronte, tanto che la prima grande offensiva terrestre fu lanciata il 23 giugno 1915 ad un mese dalla dichiarazione di guerra, mentre le coste italiane, da Venezia a Otranto sono e rimangono indifese per tutto il 1915 e gran parte dell’anno seguente. Segni, questi, che avvalorano ancor di più l’assunto proposto. Le Marche, ove gli interventisti erano la maggioranza, pagarono immediatamente questi errori; le coste marchigiane, con Ancona in testa, furono attaccate il primo giorno di guerra, imponendo un totale radicale cambio di vita e di comportamenti. La Guerra si era presentata subito ai Marchigiani con il suo vero volto, chiamando tutti alla realtà, smorzando in poche ore l’entusiasmo di quello che fu definito “il maggio radioso”, ma che radioso non fu.



Il Risorgimento Sul Mare


Il Risorgimento Sul Mare
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Author : Antonello Battaglia
language : it
Publisher: Edizioni Nuova Cultura
Release Date : 2012

Il Risorgimento Sul Mare written by Antonello Battaglia and has been published by Edizioni Nuova Cultura this book supported file pdf, txt, epub, kindle and other format this book has been release on 2012 with History categories.


La campagna militare del 1860-1861, combattuta prevalentemente via terra, venne seguita attentamente dal mare. Cavour, ministro della Marina, organizzò una vasta rete di monitoraggio in cui la flotta svolse un compito fondamentale. La spedizione garibaldina venne seguita fin dalle prime battute. La presenza della squadra navale di Persano ebbe un ruolo strategico: servì per controllare da vicino la condotta di Garibaldi; da deterrente nei confronti dei legni borbonici; da fattore incoraggiante nei confronti della popolazione locale e costituì la longa manus di Cavour nelle travagliate trattative per ottenere la defezione delle unità borboniche. Non mancarono nemmeno le operazioni navali stricto sensu nelle quali i navigli degli Antichi Stati Italiani operarono per la prima volta contro un nemico ormai provato. La marina fu il tramite tra il centro e la periferia, tra la Sicilia e Torino, tra la sfera militare e quella politica.